La domanda di alluminio in crescita moderata
Di seguito riportiamo una panoramica sul mercato dell’alluminio a firma di Edgardo Gelsomino del Metal Bulletin Research facente riferimento alle due settimane conclusesi venerdì 26 febbraio.
I forti dati economici provenienti dagli Stati Uniti, quali quelli sull’apertura di nuovi cantieri edili e sulla produzione industriale, indicano un buon inizio anno. Anche dall’altra parte dell’Atlantico il sentimento finanziario sta migliorando e i tempi di consegna dei produttori intermedi si stanno allungando, specialmente per i prodotti utilizzati in applicazioni automobilistiche.
Tuttavia prevediamo che la domanda sottostante di alluminio cresca solo moderatamente nel primo trimestre 2010 poiché è probabile che i consumatori continuino a ricostituire le proprie scorte in modo cauto e moderino gli acquisti. Infatti non prevediamo che la ricostituzione delle scorte sarà particolarmente accentuata quest’anno poiché i produttori di semilavorati emergono da questa recessione con un approccio più efficiente verso il fattore scorte.
Al momento i warrant sull’alluminio cancellati presso i magazzini LME sono a livello di circa 300.000 ton (6,5% delle scorte totali), il che conferma che questo metallo sta uscendo lentamente dai magazzini LME. Mentre siamo fiduciosi nell’asserire che una parte di tale metallo è destinato al consumo e a rimpolpare le scorte presso gli stabilimenti dei consumatori, vi sono segni secondo i quali almeno una parte del metallo che lascerà i magazzini LME sarà disimpegnato dai warrant.
Più avanti nel tempo sentiremo che i fornitori intermedi avranno avuto successo con recenti aumenti di prezzo e perciò avranno assistito ad un miglioramento dei loro margini di conversione per gli ordini del secondo trimestre. Il miglioramento dei margini è atteso dai produttori di semilavorati che stanno affrontando delle difficoltà sul mercato delle materie prime e sovrapprezzi alti.
Nel frattempo le contrattazioni all’LME sono state scarse e il prezzo dell’alluminio è rimasto vulnerabile a causa di sviluppi sul mercato energetico e valutario. Inoltre un rallentamento degli investimenti in materie prime ha esercitato nelle ultime settimane una pressione al ribasso sui prezzi LME.
I forti dati economici provenienti dagli Stati Uniti, quali quelli sull’apertura di nuovi cantieri edili e sulla produzione industriale, indicano un buon inizio anno. Anche dall’altra parte dell’Atlantico il sentimento finanziario sta migliorando e i tempi di consegna dei produttori intermedi si stanno allungando, specialmente per i prodotti utilizzati in applicazioni automobilistiche.
Tuttavia prevediamo che la domanda sottostante di alluminio cresca solo moderatamente nel primo trimestre 2010 poiché è probabile che i consumatori continuino a ricostituire le proprie scorte in modo cauto e moderino gli acquisti. Infatti non prevediamo che la ricostituzione delle scorte sarà particolarmente accentuata quest’anno poiché i produttori di semilavorati emergono da questa recessione con un approccio più efficiente verso il fattore scorte.
Al momento i warrant sull’alluminio cancellati presso i magazzini LME sono a livello di circa 300.000 ton (6,5% delle scorte totali), il che conferma che questo metallo sta uscendo lentamente dai magazzini LME. Mentre siamo fiduciosi nell’asserire che una parte di tale metallo è destinato al consumo e a rimpolpare le scorte presso gli stabilimenti dei consumatori, vi sono segni secondo i quali almeno una parte del metallo che lascerà i magazzini LME sarà disimpegnato dai warrant.
Più avanti nel tempo sentiremo che i fornitori intermedi avranno avuto successo con recenti aumenti di prezzo e perciò avranno assistito ad un miglioramento dei loro margini di conversione per gli ordini del secondo trimestre. Il miglioramento dei margini è atteso dai produttori di semilavorati che stanno affrontando delle difficoltà sul mercato delle materie prime e sovrapprezzi alti.
Nel frattempo le contrattazioni all’LME sono state scarse e il prezzo dell’alluminio è rimasto vulnerabile a causa di sviluppi sul mercato energetico e valutario. Inoltre un rallentamento degli investimenti in materie prime ha esercitato nelle ultime settimane una pressione al ribasso sui prezzi LME.